Presentato il testo “Così si parlava a Leonessa” di Elido Dionisi e Galafro Conti

È stato presentato l’11 agosto 2023, in un piacevole pomeriggio estivo a Leonessa, alla presenza di un numeroso pubblico, il testo di Elido Dionisi e Galafro Conti, “Parole e Detti del Dialetto Leonessano – così si parlava a Leonessa”.

Hanno presenziato l’evento il prof. Edoardo Alesse, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila, il prof. Mario Polia, professore di Antropologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e direttore del Museo Demo-Antropologico “Mauro Zelli” di Leonessa, l’Arch. Mauro Trilli, presidente della Fondazione Varrone di Rieti, uno degli autori, l’ing. Galafro Conti, ed il Sindaco di Leonessa, Gianluca Gizzi. Ha moderato l’avvenimento Alberto Paoletti.

“Parole e detti” è un testo o, meglio, un vocabolario, degli autori Elido Dionisi e Galafro Conti. È scritto a quattro mani: Conti ha riorganizzato ed integrato in maniera sostanziale l’opera che Dionisi ha pubblicato negli anni che vanno dal 1972 al 1992 sulla rivista bimestrale “Leonessa e il Suo Santo”, come appendice alla rubrica “Grammatica Leonessana”.  Elido Dionisi, che ci ha lasciati nel 1992, tra gli altri incarichi è stato professore a Firenze e preside al liceo classico di Grosseto, ha sempre mantenuto legami stretti con Leonessa, dove tornava per diversi mesi estivi ogni anno. Amava stare insieme alla sua gente e proverbiali erano i suoi appunti su un quadernino che presumibilmente è stata poi la fonte da cui ha attinto per le pubblicazioni su “Leonessa e il Suo Santo”. Galafro Conti ha da sempre partecipato alla vita culturale di Leonessa, come giovane presidente del Circolo Culturale “Durante Dorio”, come sindaco e soprattutto da appassionato delle proprie origini.

Parole e Detti è un volume che si presenta su uno sfondo azzurro: è il cielo fotografato la mattina del 4 febbraio 2023, festa del Santo Patrono Giuseppe da Leonessa, durante la benedizione in piazza. Oltre alle foto panoramiche di Leonessa, in copertina figurano due mani che librano in cielo una colomba, presenti al “Colle della Benedizione”, in località San Cristoforo, nel luogo in cui il Santo di Leonessa impartì l’ultima benedizione, nel 1612, e che oggi ricorda anche i “Figli in Cielo” venuti a mancare prematuramente.

Il testo contiene 3.330 vocaboli tradotti dal dialetto leonessano all’italiano, arricchiti da detti ed esempi in rigoroso dialetto.

Durante la presentazione, i convenuti hanno disquisito sull’importanza del Dialetto e della “parola”, che esprime sentimenti e amore e senza la quale “saremmo niente”, della sua rappresentazione come valore fondante di una comunità e dell’opportunità di ricercare quelle virtù che hanno caratterizzato un passato, sia pure nella sofferenza, ma che hanno permesso di progredire e di raggiungere il benessere economico, culturale e sociale.

Al termine, due leonessani “doc” che vivono la città 365 all’anno, Massimo Coderoni e Stefano Rauco, del locale Circolo Culturale “Durante Dorio”, hanno deliziato il pubblico con alcuni detti in dialetto estratti dal vocabolario, impersonando “Franciscu e Pippinu”, due personaggi di fantasia di Leonessa, generati dalla penna di Peppino Ciavarelli ed apparsi già nel primo numero di Leonessa e il Suo Santo, nel 1964. Con la loro ironia incarnano ancora oggi, in maniera puntuale e attenta, l’archetipo del personaggio popolare, apparentemente semplice ma invece arguto e furbo.

Il vocabolario – che può essere richiesto all’Associazione l’Albero delle Farfalle (comefarfalle2010@gmail.com tel. 347 8249511) – impreziosirà la biblioteca dei leonessani (e non solo) e vuole essere un ulteriore tassello per chi vorrà proseguire sull’approfondimento del Dialetto, perché “lu dialéttu Lionessanu è sanguignu e còje a signu”.

Chi sono gli Autori

Elido Dionisi (6/5/1921 – 28/07/1992) è stato professore di Latino e Greco presso il liceo classico di Firenze, Poggibonsi (SI), Santa Fiora (GR), Pegli (Genova) e preside del liceo di Grosseto. Ogni estate, tornava nella sua terra natìa, nella sua casa di Fonte La Ripa, dove è ricordato per essere stato vicesindaco ma soprattutto per la sua onestà e per le doti umane e professionali. Molti suoi parenti ed amici lo ricordano ancora oggi, così come molti giovani del tempo che lo avevano avuto come professore nelle ripetizioni estive (rigorosamente gratuite). Fu tra i fondatori di “Leonessa e il Suo Santo”, bimestrale sul quale ha scritto molti “pezzi” di cultura e folclore.

Galafro Conti è ingegnere civile, professore di Matematica e Fisica presso diversi istituti superiori di Rieti (oggi si gode la meritata pensione); è stato sindaco del Comune di Leonessa. Ha sempre partecipato alla vita culturale di Leonessa. Prima dando vita, insieme ad altri amici, al ciclostilato umoristico e satirico, “La mestecanza”, poi fondando e dirigendo l’associazione culturale Durante Dorio per diversi anni, fino al 1978; inoltre scrivendo già sui primi numeri del bimestrale “Leonessa e Il Suo Santo”, sul quale dal 2018 cura la rubrica satirica “Franciscu e Pippinu”, contribuendo a tramandare il dialetto con l’aggiunta, da qualche tempo, della traduzione in italiano. Ha tradotto, dal Francese al Leonessano, uno dei più famosi libri del mondo: Il piccolo principe (di Antoine de Saint-Excupery) è diventato Lu Principinu.

Conti ha anche fondato l’Associazione l’Albero delle Farfalle, una onlus di volontariato che a Rieti aiuta le famiglie colpite da gravi lutti e da difficoltà e disabilità. L’albero dalle radici forti che tende al cielo e le farfalle che, come i giovani, hanno bisogno di un ramo da cui spiccare il volo e di quelle radici alle quali tornare.