Sanità, Lazio. Potenziato il Piano regionale delle Reti di Cure palliative

La Giunta regionale del Lazio ha approvato, su proposta del presidente Francesco Rocca, il potenziamento del Piano regionale delle Reti di Cure palliative sia per i pazienti adulti sia per i pazienti in età pediatrica.

Il provvedimento, elaborato dal Coordinamento regionale della Rete di Cure Palliative, prevede un programma di sviluppo nell’arco del biennio, con l’obiettivo di garantire sia una Rete regionale efficiente e all’avanguardia sia la copertura del fabbisogno.

I capisaldi del piano sono rappresentati dall’implementazione delle cure palliative di base attraverso il lavoro essenziale dei Medici di medicina generale e dei Pediatri di libera scelta, ma anche dal potenziamento dell’Assistenza domiciliare integrata (Adi) e del personale sanitario, dall’attivazione degli ambulatori di Cure palliative negli ospedali e nelle Aziende sanitarie; è prevista, inoltre, l’implementazione della domiciliarità nel rispetto del decreto ministeriale 77 “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale”.

Attualmente, la Rete di Cure palliative della Regione Lazio è costituita sia dai setting di cura residenziali (Hospice) sia dalle cure domiciliari (Unità di Cure palliative domiciliari), che contribuiscono alla copertura del 82 per cento del fabbisogno della popolazione target.

La Medicina palliativa si è sviluppata con la finalità di controllare i sintomi e di gestire i pazienti con le malattie evolutive e in fase avanzata, le cui cure si concentrano sulla qualità di vita residua. Secondo le normative nazionali, gli obiettivi di sviluppo della rete di cure palliative per la popolazione adulta e pediatrica sono l’accreditamento delle Reti di Cure palliative e la copertura del fabbisogno, fissando il valore soglia al 90% degli aventi diritto entro il 2028.

Con il Piano regionale di potenziamento delle Reti di Cure palliative (adulto e pediatrica) si intende rispondere, in primis, ai bisogni dei cittadini a garanzia di quanto previsto dai vigenti livelli essenziali di assistenza e parallelamente alle previsioni stabilite dalle normative vigenti.

Il monitoraggio delle attività di potenziamento delle reti è affidato all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), attraverso una valutazione semestrale dello stato di avanzamento. 

Inoltre, la struttura regionale dedita alle cure palliative sarà potenziata con gli investimenti delle “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” prevista dalla Missione 6 nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, volti a rafforzare la capacità di erogazione di servizi e prestazioni sul territorio, in particolare per la popolazione fragile e lungo assistita.

«Le cure palliative offrono un sostegno completo e multidisciplinare ai tanti pazienti, anche in età pediatrica, per cui non esistono terapie o risultino insufficienti a garantire una accettabile qualità della vita.

È una grande soddisfazione che la Giunta regionale, su mia proposta, abbia approvato il potenziamento del Piano regionale di Cure Palliative.

Nel Lazio abbiamo 32 strutture di eccellenza, in cui oltre ai medici palliativisti si affiancano infermieri, operatori sociosanitari, psicologi. Il sistema, composto da una Rete che dall’ospedale si ramifica sul territorio, fino all’assistenza domiciliare, copre l’82% della popolazione interessata. Nonostante il dato percentuale così alto, faremo sempre di più.

Grazie al potenziamento del Piano, procederemo all’accreditamento di tutte le Reti Locali di Cure Palliative della Regione, così da avere una mappatura chiara delle risorse presenti sul territorio. Ci impegneremo per una sempre maggiore diffusione della cultura dell’approccio palliativo, per l’adulto e il bambino, realizzando una Rete di Terapia del Dolore e Cure Palliative anche per i pazienti pediatrici.

Un segnale importante che ci consente di offrire una risposta ai pazienti e alle famiglie, nel segno di una sanità che abbia al centro la dignità e la centralità della persona umana», ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.