Nuovi disordini nel Carcere di Rieti, protesta di oltre 300 detenuti contro le Istituzioni. La denuncia del SAPPE
“Nella giornata di ieri all’interno del carcere Reatino si sono registrati forti disordini causati dal mancato rientro nelle proprie celle dei detenuti ristretti”. Lo denuncia Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Più di 300 reclusi, ovvero 8 sezioni del reparto “G” per presa di posizione hanno inscenato una sorta di protesta contro le Istituzioni rifiutandosi di rientrare e rimanendo tutta la notte a bivaccare tra i corridoi delle sezioni, interrompendo, di fatti il pubblico servizio che svolge la Polizia Penitenziaria.
Il sindacalista spiega che” il personale di Polizia Penitenziaria è stato trattenuto in servizio per riportare la calma all’interno dell’Istituto di pena, ma, nonostante tutto, i detenuti hanno trascorso la notte al di fuori dalle proprie celle: reclamano lo scarso interessamento della Direzione del Penitenziario, che, a loro dire, è ben lontana dai problemi che affliggono il detentivo. Lamentano inoltre lamentano la scarsa voglia di dialogo. Il personale di Polizia Penitenziaria tutto è schierato a favore del nuovo Comandante, da poco insediatosi, nel quale si ripone molta fiducia. Dura la denuncia del SAPPE primo Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, oggi ancora una volta é stato messo in discussione lo Stato che si rappresenta, gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria ancora una volta hanno dimostrato grande coraggio e senso di appartenenza ed abnegazione, hanno saputo fronteggiare una situazione incandescente: circa 300 e più detenuti, portando alla ragione i più facinorosi”. Il sindacalista denuncia che il carcere di di Rieti vive la carenza cronica di personale di Polizia Penitenziaria, turni massacranti, una Direzione colabrodo totalmente assente sotto ogni punto di vista. Somma rammenta che già in passato il SAPPE è stato autore di diverse denunce, gli uomini e le donne che lavorano carcere reatino si sentono abbandonati a sé stessi poiché a nostro parere si sta andando alla deriva: si chiede ancora una volta che qualcuno dalle poltrone del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria si decida ad intervenire seriamente sul sistema carcere. Per quanto attiene la Circondariale di Rieti, chiediamo l’intervento del Capo D. A. P. nonché una ispezione ministeriale per accertarsi di quanto si sta verificando.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, polemizza con chi, in questi ultimi giorni, “ha sollevato il problema del sovraffollamento delle carceri illudendo i detenuti con improbabili indulti e leggi svuota carceri: Il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria non si fa prendere per il naso da chi oggi pensa di avere scoperto l’acqua calda e i problemi carcerari sollecitando improbabili indulti e leggi svuota carceri, mentre per mesi ed anni non hanno detto una parola sui provvedimenti delle varie maggioranze politiche di ogni colore al Governo che, nel tempo, hanno destabilizzato il sistema e destrutturato la sicurezza nelle carceri. In primo luogo, l’eliminazione della sanità penitenziaria che consentiva una gestione “interna”: aver ricondotto tutto sotto la gestione della sanità pubblica e delle AUSL ha determinato notevoli disservizi e incapacità di avere una adeguata gestione interna. Poi, l’introduzione di vigilanza dinamica e celle aperte, modello organizzativo seguito alla ormai famosa sentenza Torreggiani, che ha sostanzialmente consegnato le carceri ai detenuti. Infine, la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, OPG, con la relativa istituzione delle REMS, i cui posti sono assolutamente insufficienti, ma a volte, anche laddove ci sono, quando si tratta di malati molto gravi, sembra che nessuno voglia farsene carico. Non è più rinviabile, conclude il leader del SAPPE, che per questo si appella alle Autorità istituzionali e politiche, dotare al più presto anche la Polizia Penitenziaria del taser e di ogni altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.