Caos nel carcere di Rieti. Dopo le accuse del SAPPE parla la Direttrice: “Lesa l’immagine dell’Istituto”

Caos nel carcere di Rieti. Dopo le numerose denunce del sindacato SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) sulla situazione in cui versa la struttura reatina tra sovraffollamento e carenza di organico a parlare è la direttrice del carcere Chiara Pellegrini.

La direttrice in una lunga nota sottolinea la “non corrispondenza di alcune notizie a quanto effettivamente accaduto all’interno dell’Istituto”.

“È stato detto – prosegue la dottoressa Pellegrini – che la Direzione nulla ha fatto a fronte delle condotte scorrette di un detenuto al quale era stato concesso di utilizzare una cassa acustica per ascoltare la musica. In verità, appena due giorni prima dell’uscita del comunicato stampa, il detenuto era stato sanzionato dal locale consiglio di disciplina con l’esclusione dalle attività in comune. Desidero puntualizzare che la sanzione era stata comminata in condotte diverse dall’ascolto ad alto volume della musica. Infatti la relazione del personale non ha mai segnalato, ed anzi ha smentito, che il detenuto facesse un uso della cassa tale da arrecare disturbo agli alti”.

“Contrariamene a quanto riportato, inoltre, rassicuro che nel carcere di Rieti non vi è stata alcuna rivolta, gli eventi caotici hanno riguardato singoli detenuti e non si sono verificate le più pericolose dinamiche collettive, né vi è stato alcun tentativo di impiccamento. Infine, la foto illegittimamente fatta e trasmessa alla stampa inganna fa sembrare che un detenuto sia salito sul muro di cinta e non, come effettivamente accaduto, sul muro perimetrale dei passeggi. Questo non significa che non ci siano problemi. Basti dire che il numero delle persone ristrette nell’istituto reatino negli ultimi mesi è cresciuto tantissimo, in linea con quanto sta accadendo livello nazionale, ed oggi sono 405 le persone astrette nel carcere di Vazia, tra cui molte trasferite da altri istituti penitenziari per motivi di ordine e sicurezza o comunque di difficile gestione. Tuttavia, pur con fatica e tra limiti difficoltosi, la situazione è presidiata e tutti gli strumenti a disposizione vengono messi in campo per prevenire e gestire gli eventi critici: il trattamento, le sanzioni disciplinari, i trasferimenti per ordine e sicurezza, le misure di gestione e sostegno concordate in sede di staff multidisciplinare integrato dal Servizio Sanitario interno, solo per citarne alcuni” prosegue nella lettera la direttrice del Carcere di Rieti.

“Tanti poliziotti e alti operatori penitenziari in questi giorni mi hanno riferito con sgomento di non riconoscersi e di non riconoscere nell’immagine veicolata dalla stampa l’istituto in cui ogni giorno entrano per lavorare! Anche io ritengo che sia stata ingiustamente lesa l’immagine dell’Istituto e che le notizie circolate sui media non rendano giustizia del nostro lavoro e dei suoi risultati. Ciò che più mi preoccupa ora è proprio questo mettere in circolo, con la rumorosa ampiezza consentita dai mass media e dai social, una visione negativa oltre il dato di realtà, gratuitamente disfattista e distruttiva. Il carcere è un mondo che vive di equilibri sempre precari e basta poco per farli saltare; basti pensare al fatto che anche i detenuti sono venuti a conoscenza dei contenuti dei comunicati stampa guardando una TV locale. Confido tuttavia nel silenzioso lavoro di tanti che all’interno del carcere spendono ogni giorno un patrimonio di umanità, professionalità, competenza, esperienza, etica, dedizione per il buon andamento dell’istituto. Ognuno di loro fa semplicemente la sua parte, consapevole che è quel pezzetto che ognuno mette con senso di responsabilità a costruire un carcere che tenda alla realizzazione dei valori di ordine, sicurezza e risocializzazione delle persone affidate alla nostra custodia. Per questa tensione, costruttiva e fruttuosa, ringrazio il Reparto di Polizia Penitenziaria e tutti gli operatori della Casa Circondariale di Rieti” conclude la direttrice nella lettera.