Celebrazioni del 1 maggio: Lettera aperta dell’Ufficio Pastorale sociale e del lavoro della Sabina

“Vogliamo riportare al centro dell’attenzione il dibattito sul tema del lavoro a tutti i livelli, anche ecclesiale”. Inizia con questo intento la Lettera Aperta che l’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Sabina – Poggio Mirteto ha diffuso in occasione della festa di San Giuseppe Lavoratore e della Festa del Lavoro, a firma del Direttore dell’Ufficio Giorgio Scarinci.

Il coinvolgimento di tutte le parti in causa, prosegue il testo, è necessario per “rafforzare la concezione del lavoro come bene fondamentale per la persona, la famiglia, la società, la custodia del Creato”, “alla ricerca di un discernimento comune non condizionato da visioni ideologiche”.

Chiaro anche il riferimento al territorio: “Proprio quando c’è crisi, si sente più forte il bisogno di lavoro dignitoso, perché aumenta il lavoro disumano, il lavoro-schiavo, il lavoro senza giusta sicurezza, il lavoro senza rispetto del creato, o senza rispetto del riposo. A tal proposito, nel contesto del nostro territorio, il pensiero corre in particolare all’imponente opera di realizzazione industriale e all’insieme dei poli logistici che via via vanno sviluppandosi nell’area adiacente Passo Corese”.

Alle Parrocchie e agli Enti Ecclesiali viene chiesto di “intercettare i bisogni e le potenzialità all’interno delle Comunità territoriali, proponendosi come spazio condiviso entro il quale poter confrontarsi e maturare una coscienza di fede radicata nel servizio alla persona”.

Alle imprese del territorio viene chiesto di “adottare comportamenti di responsabilità sociale che costituiscano un impegno comune a ricucire gli strappi con l’ambiente e con l’uomo”. Le Istituzioni Locali sono chiamate “a raccogliere la sfida comunitaria, mettendosi in dialogo con i rappresentanti dei cittadini, tenendo conto delle loro istanze e coniugandole sia con le esigenze dei lavoratori che con gli obiettivi legittimi delle imprese”. Infine ai lavoratori e al Sindacato viene chiesto di impegnarsi per “realizzare una vita dignitosa per tutti, partecipando alle sfide di giustizia”.

“Augurandoci che queste parole risuonino come un messaggio di speranza nel contesto difficile in cui viviamo, ringraziamo ogni donna e ogni uomo di buona volontà che nel territorio della nostra diocesi si spende ogni giorno affinché sia rispettata e valorizzata la dignità di ciascun lavoratore, in particolare dei giovani, ai quali desideriamo consegnare un mondo più giusto e fraterno, dove poter realizzare i propri sogni di felicità e di pace”, conclude il testo.