Futuro delle Aree interne, botta e risposta tra il segretario provinciale del Pd Di Giacobbe e il presidente del coordinamento provinciale di FdI Carrozzoni
La Direzione Provinciale del Partito Democratico di Rieti ha approvato un documento politico che prende posizione in modo netto contro l’ipotesi contenuta nel nuovo Piano per le Aree Interne presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che prevede – per alcune zone del Paese – un “accompagnamento al declino irreversibile”.
«Un simile approccio – dichiara Andrea Di Giacobbe, segretario provinciale del PD – è inaccettabile. Si tratta di un’ammissione di impotenza istituzionale che abdica al principio costituzionale di uguaglianza tra i cittadini, a prescindere dal luogo in cui vivono. Non possiamo accettare che i territori interni, come gran parte della provincia di Rieti, siano considerati ormai condannati alla marginalizzazione. Non servono piani di accompagnamento al declino, ma strategie di rilancio, investimenti e visione».
Il documento, frutto di un ampio confronto interno e del prezioso contributo di Alessandro Mezzetti, responsabile delle Aree interne della federazione provinciale del Pd, denuncia il rischio che, dietro una classificazione meramente statistica, si celi una rinuncia politica a costruire alternative concrete per le comunità dell’entroterra italiano. Lo stesso Mezzetti ribadisce come il Pd sia «Da sempre a difesa delle aree interne e, a seguito della presentazione del P.S.N.A.I., la Federazione di Rieti non può starci e all’unanimità in direzione ha votato un documento di denuncia da inviare ai vertici del partito perché si adottino le azioni di cui questo territorio necessita».
«Rivendichiamo con forza – prosegue Di Giacobbe – un modello che punti alla rigenerazione e non alla rassegnazione. Presidiare le aree interne significa difendere la loro autenticità, valorizzarne le risorse ambientali e culturali, investire in mobilità sostenibile, sanità di prossimità, scuola e coesione sociale. Le nostre comunità hanno già dimostrato di saper crescere se messe nelle condizioni giuste. Anche l’Europa deve rivedere i propri criteri, superando logiche di efficientismo cieco».
Il Partito Democratico di Rieti lancia infine un appello alle istituzioni nazionali e regionali affinché venga stralciato dal Piano l’“Obiettivo 4” e si punti invece su un nuovo paradigma di sviluppo per i territori fragili.
Il documento approvato dalla Direzione Provinciale sarà trasmesso al Gruppo consiliare del Partito Democratico alla Regione Lazio e ai vertici nazionali del PD responsabili per le Aree Interne, affinché se ne facciano portavoce nelle sedi istituzionali competenti.
«Le Aree Interne non sono luoghi da accompagnare al tramonto, ma parti vitali del Paese che meritano dignità, opportunità e futuro. Continueremo a batterci – concludono Di Giacobbe e Mezzetti – perché la voce di questi territori sia ascoltata e rappresentata con determinazione».
La replica del Presidente Coordinamento Provinciale Fratelli d’Italia Rieti Matteo Carrozzoni
La polemica aperta dal PD reatino sulle aree interne era già stata chiusa dal Ministro Foti ancor prima che i disattenti dem nostrani decidessero di cavalcare l’ennesima inutile onda di visibilità. L’accusa infondata relativa ad un Piano che sentenzierebbe uno “spopolamento irreversibile” per queste zone vitali del nostro Paese è solo un pretesto che lo stesso Foti ha già rispedito al mittente, mettendolo a tacere.
Nello specifico, la frase incriminata, che la sinistra dice di aver individuato nel Piano fa in realtà riferimento a studi preesistenti, come quelli del Censis o del Cnel, il cui estensore è peraltro nominato dal Presidente della Repubblica. Non solo, ma l’intero Piano, che si estende per ben 196 pagine è un documento complesso e articolato, non certo un trafiletto da interpretare superficialmente ed è, frutto di un lavoro collegiale e approvato all’unanimità da una cabina di regia che include Regioni, Province, Comuni e Comunità montane e dunque non è un diktat governativo ma un vero inno alle aree interne ed il tentativo di isolarne una singola frase, peraltro mai proferita dal Ministro, e di decontestualizzarla, è l’ennesimo caso di una malafede evidente.
Chi non è capace di leggere un documento di tale portata, o peggio, chi lo strumentalizza per fini demagogici, dovrebbe avere il pudore di non sollevare inutili gazzarre. Anche in considerazione del fatto che questo esecutivo, a differenza dei precedenti, sta dedicando energie e risorse concrete al rilancio delle Aree Interne, riconoscendone il ruolo fondamentale per il futuro della Nazione. Invitiamo quindi Di Giacobbe e Mezzetti ad informarsi meglio prima di creare inutili allarmismi.
Alleghiamo pertanto le dichiarazioni del ministro Foti nello specifico: “Nel Piano quella frase non esiste. Si fa riferimento a due studi: uno del Censis e uno del Cnel. Lo studioso del Cnel – nominato tra l’altro dal Presidente della Repubblica – ha elaborato quella tesi. Ma è bene chiarire che tutto il Piano è, in realtà, un inno alle aree interne. Bisognerebbe leggere le sue 196 pagine, non fermarsi a tre righe e fraintenderle. I fondi per i Comuni ci sono, anche perché la programmazione 2014-2020 non è mai stata conclusa. Erano stati stanziati 1.200 milioni di euro: ci sono oltre 5.000 progetti per un valore complessivo di 700 milioni, ma ad oggi sono stati spesi solo 450 milioni. Questo riguarda una programmazione che sarebbe dovuta terminare nel 2020 e ricordo che siamo nel 2025. Per quanto riguarda invece la programmazione 2021–2027, le risorse ci sono.”



