Green Community dell’Alta Sabina, un patto di comunità per far rinascere le aree interne
Saper utilizzare bene i fondi del PNRR è possibile. A confermarlo è l’intervento di rigenerazione territoriale pilota della Green Community dell’Alta Sabina che, iniziato ad aprile 2024 e finanziato con 3 milioni di euro, ha già messo a sistema diversi risultati grazie a interventi come il Patto di comunità, l’ideazione di un “gemello digitale” del territorio e la promozione di servizi condivisi per le comunità.
Innovazioni sociali e digitali che hanno portato importanti riconoscimenti al progetto e alla sua messa in opera, l’ultimo dei quali assegnato durante l’assemblea ANCI. Riconoscimenti importanti anche in relazione alla realtà del territorio. L’Alta Sabina, come molte aree interne della penisola, vive da decenni la lontananza dai servizi essenziali (scuole, sanità), la complessità degli spostamenti, la distanza dai centri economici. Difficoltà che hanno fatto sì che i paesi si stiano gradualmente spopolando: rispetto agli ultimi due censimenti generali, nei 10 comuni si registra un -4.2% dell’indice della popolazione residente, mentre la media nazionale si attesta a –0.3%.
Quello del Patto di comunità è sicuramente uno dei pilastri fondamentali della Green Community. Un lavoro di concerto, iniziato dalla mappatura del territorio e delle risorse locali per individuare le strategie di transizione ecologica-digitale e sviluppo di un patto sociale per il raggiungimento di obiettivi condivisi a partire dai cittadini. Non a caso l’intera strategia del progetto in Alta Sabina fa perno su tavoli tecnici permanenti tra sindaci, cittadini ed esperti.
L’obiettivo generale è che la comunità territoriale sia la protagonista e dia la direzione degli interventi, con particolare riferimento ai gruppi a rischio di esclusione. Il Patto di Comunità è l’azione che sta dando corpo a tutti i 15 interventi strutturati dal progetto. A partire dal potenziamento del biodistretto e delle aziende agricole, insieme alla formazione di una comunità energetica territoriale. Entrambi vengono infrastrutturati da un gemello digitale, che diventerà uno strumento di progettazione, raccolta di dati e di segnalazioni da parte dei cittadini in tempo reale. Con questi si accompagnano anche una serie di interventi di riqualificazione e tessitura territoriale e l’individuazione dei punti di leva culturali, economici e turistici che permetteranno di incrementare gli effetti del progetto della Green Community anche oltre i limiti temporali e fisici del PNRR, per garantire a questa evoluzione un futuro stabile.
Interventi che hanno portato a riconoscimenti importanti come il Premio City Vision – Buone Pratiche, destinato ai migliori progetti innovativi italiani; al contributo della Regione Lazio per la realizzazione dell’iniziativa “Rete dei servizi di facilitazione digitale – Regione Lazio” e ancora al Primo premio di Piemonte Innovazione e Sviluppo Next Generation 2024 dedicato a comuni e amministrazioni pubbliche, consegnato la scorsa settimana all’interno dell’Assemblea Nazionale ANCI di Torino.
IN. Alta Sabina, dove l’acronimo IN sta per Intelligenza Naturale, è un progetto che, finanziato con 3 milioni dal PNRR, coinvolge 10 Comuni: Rocca Sinibalda, Belmonte, Colle di Tora, Longone, Marcetelli, Torricella, Monteleone, Poggio Moiano, Poggio S. Lorenzo e Varco Sabino. Un progetto innovativo che parte dall’ascolto della comunità e dalla mappatura del territorio e delle sue risorse naturali e sociali: le foreste, il bacino idrografico, i paesi, i sentieri, le tradizioni e le culture. L’obiettivo è che il territorio diventi attrattivo per chi può e vuole tornare o venire ad abitarlo, per chi vuole conoscerlo attraverso un turismo lento e responsabile, per chi vuole stabilire un’attività economica in Alta Sabina. Non una visione rivolta al passato, ma verso l’innovazione sociale, ambientale e tecnologica del territorio. 15 gli interventi previsti a partire dalla valorizzazione delle risorse naturali locali attraverso la realizzazione di nuove reti di collaborazione tra le aziende, i cittadini, le istituzioni. E ancora, dalla costruzione di comunità energetiche al rafforzamento del biodistretto, dagli impianti pilota del riciclo dell’acqua di due grandi piscine alla costruzione di un impianto di biogas sostenibile fino alla vera e propria contabilizzazione dei cosiddetti servizi ecosistemici: aria e acqua pulite, foreste che combattono la crisi climatica e contengono un tesoro (anche economico) di biodiversità.