UIL Rieti: “al Pronto Soccorso del De’ Lellis di Rieti più accessi di natura complessa che al Santo Spirito di Roma
Quanti sono gli accessi al Pronto soccorso del de Lellis? Quanti i codici rossi, gli arancioni e i bianchi? Con l’intento di fornire un quadro di ciò che accade all’unico posto di primo soccorso della provincia, la Uil di Rieti ha effettuato un campionamento settimanale, con una rilevazione quotidiana dal 1 al sette febbraio scorso, in orari compresi dalle nove del mattino alle 18 della sera.
“Una ricerca effettuata sul portale regionale – dice Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana – che vuole porsi come spunto di riflessione per migliorare la sanità reatina. Una rilevazione che smentisce quanti con estrema leggerezza sostengono che il pronto soccorso spesso è intasato dalle non urgenze, ovvero dai codici bianchi”.
Il risultato è inequivocabile: nei sette giorni di campionatura la UIL ha complessivamente rilevato 11 codici rossi, 74 arancioni, 47 azzurri, 50 verdi e zero bianchi. Ciò significa che sommando i primi due, quelli che indicano la compromissione delle funzioni vitali e quelli che invece individuano un elevato rischio per le stesse, sono stati 85. Mentre quelli con condizione stabile ma con sofferenza (codici azzurri), che richiedono approfondimenti e visite specialistiche, sono pressoché uguali a quelli che indicano un quadro senza rischio evolutivo (codici verdi), anch’essi comunque oggetto di approfondimenti e visite. Centodieci le persone ricoverate o trasferite, 28 quelle in osservazione, per un totale di accessi di 320 unità (numero che intercetta e fotografa anche le eventuali permanenze nel pronto soccorso precedenti alla data della rilevazione), 45,71 la media giornaliera. “Confrontando la media giornaliera degli accessi – aggiunge il sindacalista – con quella di alcuni ospedali romani, scopriamo che quella del De Lellis è più alta del Santo Spirito (32,14) e poco più bassa di quella del San Pietro (48,86)”.
Numeri che offrono uno spaccato, seppur parziale, della complessità quotidiana al De Lellis. Complessità che vivono sia chi alla sanità pubblica si rivolge, sia chi nella sanità pubblica lavora. “Ben venga – dice Paolucci – il potenziamento del pronto soccorso. A patto però che sia soltanto il primo passo per potenziare la sanità pubblica reatina voltando definitivamente pagina col passato”. Sotto questo aspetto la realizzazione del nuovo ospedale è irrinunciabile. “Se è ormai chiaro che spetta all’Inail il compito di concretizzarlo – commenta il sindacalista – è altrettanto chiaro che la Regione Lazio – dovrà impegnarsi con una convenzione a pagare una rata annua”.
Ma il rilancio della sanità pubblica, sia a livello territoriale che regionale, sarà completo quando i posti letto per acuti saranno aumentati così come le figure professionali. Il blocco del turnover ha prodotto i suoi effetti scellerati. Adesso è necessario accelerare sui concorsi pubblici, sulla stabilizzazione del personale precario. “Perché – conclude Paolucci – Al solo pronto soccorso del De Lellis oltre la metà tra ausiliari, medici, infermieri, operatori socio sanitari, sono precari”.