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Oggi a Roma per il Giubileo, mille e 700 pellegrini reatini provenienti da tutta la provincia

Sono partiti questa mattina i pellegrini della Diocesi di Rieti, oltre 1700 fedeli in cammino per Roma. Il pellegrinaggio giubilare diocesano indetto dal vescovo Vito Piccinonna ha raccolto numerose adesioni fra le realtà ecclesiali e le comunità parrocchiali. Da diversi punti della città e del territorio diocesano sono partiti ben 27 pullman diretti nell’Urbe. A bordo, fedeli delle parrocchie della città e dintorni, come pure del Montepiano Reatino, della Valle del Velino, Leonessano e Amatriciano, della Valle del Turano, del Cicolano.

Da Greccio, il cui santuario francescano del primo presepio è tra le Chiese giubilari della provincia è partita una delegazione di 50 pellegrini.

I pellegrini hanno raggiunto direttamente il Vaticano, per raccogliersi nell’Aula Paolo VI. Sarà la magnifica cornice della sala progettata da Nervi ad accogliere il primo momento della giornata: la catechesi sul tema “Giubileo e Misericordia”, che, su invito di mons. Piccinonna, terrà il card. Angelo De Donatis, Penitenziere maggiore. Una riflessione a cui sono seguite anche alcune testimonianze dell’Associazione Rondine – Città della Pace (Arezzo).

Dopo il pranzo al sacco, i pellegrini si raduneranno alle 14.45 in Piazza Pia per compiere il pellegrinaggio giubilare verso San Pietro, varcando la Porta Santa. Compiuto l’ingresso in Basilica, la recita delle preghiere per l’indulgenza dell’Anno Santo, con la professione di fede all’altare della Confessione che sorge sulla tomba dell’apostolo Pietro. Quindi la celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo e concelebrata dai presbiteri e diaconi presenti, all’Altare della Confessione. Terminata la liturgia, si ripartirà per il rientro in serata.

Per il Vescovo Vito “il nostro pellegrinaggio diocesano è un cammino segnato dalla Speranza che abbraccia non solo i territori, ma anche le diverse situazioni umane dentro le quali ci è chiesto, a dispetto della cronaca, di farci tessitori di comunione e di riconciliazione, a cominciare dalle nostre case, dalle famiglie che sono il primo luogo missionario e da qui verso tutti”.