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Comune di Rieti, è ancora scontro sulla TARI. La minoranza attacca l’Assessore al bilancio Sebastiani

“La sconclusionata replica dell’assessore comunale al bilancio Andrea Sebastiani, in merito agli avvisi di accertamento TARI, è indice evidente dell’imbarazzo dell’amministrazione nei confronti di un’attività di recupero dell’evasione tributaria, certamente lecita, attuata in maniera maldestra.” Scrivono i Consiglieri Comunali Gabriele Bizzoca (T’immagini), Carlo Ubertini (P.S.I. – Rieti in Salute – Nome Officina Politica), Paolo Bigliocchi, Emiliana Avetti, Rosella Volpicelli (PD), Simone Petrangeli, Elena Leonardi, Gilberto Aguzzi, Arianna Grillo (Rieti Città Futura), Maurizio Vassallo (Per il Bene Comune) “Sebastiani parla di scarsa conoscenza delle norme da parte dell’opposizione, ma è lampante come sia proprio l’assessore ad avere una serie di lacune al riguardo.
Dovrebbe, infatti, spiegare ai cittadini la ragione giuridica per la quale le sanzioni applicate in caso di omessa dichiarazione della Tari (sono 1759 avvisi emessi, come dichiarato da Sebastiani) siano state automaticamente emesse al massimo previsto per legge e, soprattutto, perché applicate a tutti gli anni accertati, visto che la Cassazione – e non la minoranza – ha stabilito che la sanzione venga applicata solo ad una annualità; dovrebbe anche spiegare, poi, il motivo per cui si sia deciso di accertare annualità per le quali molte interpretazioni sostengono che sia decaduta la possibilità di recupero (pare che sul punto specifico siano in preparazione diversi ricorsi).
Il contraddittorio è fiacco: l’assessore si smentisce da solo perché, a fronte di 1759 avvisi di accertamento per omessa dichiarazione, solo 400 contribuenti sono stati interpellati. Lo spieghi alle decine di contribuenti che si sono visti recapitare avvisi, per decine e decine di mila euro, per immobili dati in locazione oppure fatiscenti e con tariffe diverse rispetto all’effettivo utilizzo.
Sul compenso alla società che sta effettuando il servizio di recupero, l’ormai nota Kibernetes, Sebastiani ha chiarito che si tratterà di circa 120 mila euro al massimo. “Al massimo”, soldi dei cittadini che potevano essere utilizzati – e in minima parte – per incentivare il personale interno, certamente capace di procedere al recupero dell’evasione. Per non parlare delle spese di spedizione degli avvisi e della gestione del contenzioso. Spendaccioni e poco fiduciosi delle competenze dei propri dipendenti. Stando poi a quanto dichiarato dall’assessore al Bilancio il pagamento da parte dell’Ente sarà effettuato sulla base dell’effettivo incassato, non sull’accertato; bene, ma accertare un’entrata prevede che essa venga anche incassata, altrimenti deve essere cancellata dal bilancio.
Andrea Sebastiani si è mostrato estremamente irritato dalle critiche mosse e questo stato d’animo traspare anche nell’attacco, gratuito, fatto all’esternalizzazione di servizi “essenziali” e per aver “licenziato” LSU e Borse lavoro, dimostrando di non sapere quali siano i servizi essenziali di un Comune, né che chi non è assunto non si può “licenziare”. Da otto anni il centrodestra amministra questa città, avendo pertanto avuto tutto il tempo per “riassumere” borse lavoro ed LSU e, magari, riaprire anche la casa di riposo, come promesso.
A proposito del mancato risanamento dell’Ente: fa (amaramente) sorridere riflettere su come l’assessore finga di ignorare che la Corte dei Conti ha individuato le responsabilità maggiori del fallimento del nuovo piano di riequilibrio in quello predisposto, nel 2018 e con l’ausilio di costose consulenze esterne, in sostituzione di quello presentato dall’amministrazione Petrangeli. La Corte dei Conti ha infatti accertato un risultato di amministrazione negativo dovuto a due operazioni principali, fatte, come risulta dai documenti, nel 2018: i debiti fuori bilancio pagati senza copertura finanziaria (€ 12.529.190,54) e il ricalcolo del fondo crediti di dubbia esigibilità (€ 14.716.580,86).
Ebbene, l’incarico di rideterminare il fondo fu affidato, dietro compenso di 20 mila euro, proprio a Kibernetes, che cambiò sistema di calcolo rispetto al passato, scegliendo il metodo analitico, con una conseguente riduzione del fondo di oltre due milioni di euro annui (per sette anni). Dopo questo splendido lavoro, perché non affidargli anche il nuovo compito di accertamento e recupero TARI?”