Nel reatino sempre più culle vuote. La ‘crisi’ delle nascite preoccupa Confartigianato Imprese Rieti
“In Italia è in corso un vero e proprio inverno demografico – scrive Confartigianato Rieti – E’ allarme rosso per quanto riguarda la natalità, gli italiani non vogliono più avere figli.
“L’analisi dell’Ufficio studi di Confartigianato Imprese Rieti non mi sorprende più di tanto, afferma Maurizio Aluffi direttore dell’Associazione, una crisi demografica diffusa che ovviamente tocca pesantemente la nostra provincia, dove vivono più pensionati che lavoratori e nascono poco più di 800 bambini l’anno. Alla domanda perché non vuoi figli, abbiamo avuto risposte più disparate. E comunque i giovani sono meno egoisti, narcisisti e concentrati sulla propria realizzazione di quanto si potesse immaginare. Raccontiamo un’altra storia, dice Maurizio Aluffi, che ha a che fare con il senso di responsabilità pesante, forse troppo. Parlano spontaneamente di una genitorialità non biologica, allargata, di una difficoltà ad affrontare le sfide di domani. Dalla paura del non farcela, ma anche di una visione di famiglia da ridefinire e di una società lontana che non aiuta. Insomma, conclude il direttore di Confartigianato, il contesto economico fa paura e sopprime i sogni di chi in realtà non sarebbe contrario a diventare genitore”. li. Secondo il periodico italiano Vita, dedicato al terzo settore, tra i motivi principali ci sono la precarietà del lavoro, l’assenza dei servizi e l’individualismo crescente. La crisi demografica tocca inevitabilmente anche Rieti e la sua Provincia: il 2023 è stato l’anno con il numero di nuovi nati più basso di sempre, con 823 bambini nati da popolazione residente (-23 rispetto al 2022), ma il trend continua a peggiorare anche in questo 2024 e le culle sono sempre più vuote. Una discesa che parte da lontano, attualmente la popolazione provinciale compresa tra i 0-4 anni di età è di 4.468 unità, il 3,0% della popolazione”.
E continua: “Degli 823 nuovi nati (447 maschi e 376 femmine), 108 sono nati da genitori stranieri. Nel dettaglio, 639 provengono da padre e madre italiani (77,64%), 108 da padre e madri stranieri (13,12%), 57 da padre italiano e madre straniera (6,93%) e 19 da padre straniero e madre italiana (2,31%). Scende il tasso di fecondità totale, da 1,12 del 2022 a 1,09 – il peggiore in 25 anni – a fronte della media regionale dell’1,11% e nazionale dell’1,21%. L’età media delle madri al parto è di 32,62 anni, dei padri di 36,24. Nella media i cinque comuni più popolosi della Provincia: il capoluogo (2,9%), Fara in Sabina (3,6%), Cittaducale (3,0%), Poggio Mirteto (2,8%) e Borgorose (3,0%). Anche nel 2024 il reatino si conferma maglia nera nel Lazio: i comuni con il più alto numero di nuovi nati troviamo naturalmente Rieti, Fara in Sabina, Cittaducale, Poggio Mirteto e Scandriglia, fino ad arrivare ai piccoli e piccolissimi comuni con zero nuovi nati, vedi Configni, Vacone, Montenero Sabino, Collato Sabino, Paganico etc. I dati forniti dalle Asl laziali dei primi mesi del 2024, fotografano come il reatino siano l’area più sofferente del Lazio, maglia nera nel territorio regionale dietro Viterbo, l’area dell’Asl Roma 4 e Frosinone. Situazione diversa invece Asl Roma 1, Asl Roma 2 e via a scendere, Roma, Asl Latina, Asl Roma 5 e Asl Roma 3”.