Giornata mondiale dei poveri, cattedrale gremita per la messa celebrata dal Vescovo di Rieti Vito
Una cattedrale gremita, un coro che riempie l’aria di canti, e un messaggio di speranza e impegno che risuona forte. Così la diocesi di Rieti ha celebrato domenica 17 novembre la Giornata mondiale dei poveri, con una solenne eucaristia presieduta dal vescovo, mons. Vito Piccinonna. Una celebrazione che non è stata solo un rito, ma un richiamo potente a vivere la fede come costruzione del Regno di Dio, qui e ora.
«Il Signore è dentro la nostra vita e la nostra storia», ha sottolineato il vescovo nell’omelia, spezzando la Parola con uno stile diretto e coinvolgente. In un tempo che sembra dominato dall’incertezza e da scenari “apocalittici,” mons. Piccinonna ha ricordato che il cristiano non fugge la storia, ma la vive come «un cantiere del Regno», dove costruire con le proprie mani segni di speranza. «Se qui siamo sfaticati, non potremo godere di nulla in paradiso», ha aggiunto con un sorriso, strappando una riflessione sincera ai presenti.
La celebrazione ha visto la partecipazione di tanti fedeli, insieme agli operatori delle Caritas diocesana e parrocchiali e ad alcune realtà di volontariato che ogni giorno si occupano di sostenere i più fragili. Una comunità che, intorno all’altare, ha rinnovato il proprio impegno nel riconoscere e custodire quelli che il vescovo ha definito «i germogli del Regno di Dio»: segni di vita nuova che il credente è chiamato a scoprire e far crescere, anche nei contesti più difficili.
«Abbiamo bisogno del collirio dello Spirito», ha detto mons. Piccinonna, «per vedere non solo le cose tristi e opache, ma quei segni di speranza che Dio semina nella nostra vita personale, comunitaria e pastorale». Un invito che trova forza anche nel cammino sinodale della Chiesa italiana, dove, nonostante “il grigiore” di certe situazioni, emergono segni di rinnovamento che richiedono più fiducia e preghiera.
Con un linguaggio chiaro e immagini incisive, il vescovo ha saputo toccare il cuore della comunità, richiamandola all’essenza della fede: «In alto i nostri cuori!» Non è solo una risposta automatica durante la liturgia, ma un programma di vita. La Giornata mondiale dei poveri, ha concluso, è un’occasione per «ravvivare la speranza, la fede e la carità», riscoprendo la bellezza di una Chiesa che si fa prossima, che guarda negli occhi i poveri e li riconosce come fratelli.
Mentre i canti del coro diocesano chiudevano la celebrazione, un pensiero sembrava attraversare la comunità raccolta in preghiera: i poveri non sono solo destinatari di aiuto, ma la via per incontrare Cristo. Una via che, come ha detto mons. Piccinonna, va percorsa con lo sguardo rivolto verso il cielo, ma i piedi ben piantati nella storia.