Fara in Sabina, il 6 settembre il convegno “Le tombe di Passo Corese. Studio di una necropoli romana”

La Pro Loco di Fara in Sabina – gestore ufficiale dell’ufficio turistico comunale e del Museo Civico Archeologico della Sabina Tiberina di Fara in Sabina – è lieta di annunciare il convegno “Le tombe di Passo Corese. Studio di una necropoli romana”, che si terrà venerdì 6 settembre alle ore 16:00 presso la Sala Civica Santa Chiara di Fara in Sabina. Questo evento imperdibile riunirà esperti, professionisti e appassionati del settore per fare luce su un vero e proprio viaggio attraverso il tempo, alla scoperta di una comunità vissuta in Sabina oltre 1800 anni fa. Si tratta di un incontro che offrirà un’opportunità unica per immergersi nel mondo affascinante dell’archeologia. E, nello specifico, permetterà ai partecipanti – studenti, professionisti del settore, insegnanti, appassionati e curiosi – di scoprire un altro straordinario tassello riguardante il passato di questo territorio. Parliamo infatti di un convegno dedicato agli scavi effettuati nel 2015 nell’area della stazione di Passo Corese (frazione di Fara in Sabina): durante un intervento di bonifica dagli ordigni bellici è stata incredibilmente rinvenuta una necropoli romana, ovvero ben 42 sepolture datate dal I al III secolo d.C. Viene considerato infatti uno dei ritrovamenti più prestigiosi degli ultimi anni.

Durante l’incontro saranno presenti diversi archeologi, studiosi e ricercatori, tra cui anche coloro che sono intervenuti direttamente agli scavi e che in questi anni hanno studiato gli scheletri per capire il sesso, l’età, l’alimentazione, la statura e tutte le altre informazioni (ad esempio gli aspetti di tipo sociale, culturale e religioso) per determinare la loro vita in quell’epoca. Tra questi vi sono:

  • Alessandra Petra, direttrice Museo Civico Archeologico della Sabina Tiberina di Fara in Sabina;
  • Alessandro Betori, Soprintendente SABAP per le province di Frosinone e Latina;
  • Mauro Lo Castro, Soc. Coop. Il Betilo – Servizi per i Beni Culturali s.r.l;
  • Rosaria Olevano, Soc. Coop. Il Betilo – Servizi per i Beni Culturali s.r.l;
  • Mauro Rubini, Direttore Servizio di Antropologia della SABAP per le province di Frosinone e Latina;
  • Angelo Gismondi, Laboratorio di Botanica, Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”;
  • Cristina Martínez Labarga, Centro di Antropologia molecolare per lo studio del DNA antico, Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”;
  • Flavia Maria Novi Bonaccorsi, Conservatore per i Beni Culturali;
  • Tiziana Orsini, Istituto di Biochimica e Biologia cellule CNR di Monterotondo, Roma.

Oltre al convegno, che aprirà un dibattito su questo importante tema, è stato anche scritto un libro dal titolo “Le tombe di Passo Corese. Approccio multidisciplinare per lo studio di una necropoli romana”, frutto del lavoro e della collaborazione di un gruppo di esperti. Da un frammento della prefazione – scritto da Lisa Lambusier,  Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, per l’Area Metropolitana di Roma e per la Provincia di Rieti – si legge: “Il grande impegno nelle attività istituzionali di tutela, nonché di promozione e valorizzazione scientifica del patrimonio culturale rappresenta per noi un onere “quotidiano”. Nel panorama di queste attività, l’archeologia preventiva rappresenta uno strumento fondamentale e di grande importanza per il nostro territorio. Proprio dall’applicazione di questa nasce il volume “Le Tombe di Passo Corese – Approccio Multidisciplinare per lo studio di una necropoli romana”, che raccoglie i lavori di un team di studiosi condotto su una necropoli di età imperiale rinvenuta nel comune di Fara Sabina nella frazione di Passo Corese: si tratta dell’ennesima scoperta scaturita da indagini archeologiche preventive, strumento, come detto, consolidato che oramai dimostra la propria imprescindibilità per garantire la tutela del patrimonio culturale italiano. I risultati ottenuti – sottolinea Lambusier – contribuiscono a migliorare la conoscenza del contesto sociale e rurale nel quale questa popolazione viveva, proiettandolo in un virtuale confronto con le condizioni attuali di questa importante regione”.