Leonessa, il deputato Trancassini chiede il conferimento della medaglia d’oro al parroco Chiaretti in occasione dell’80^ anniversario della strage che avvenne nel paese montano

 “Ho incontrato il Ministro dell’interno Matteo Piantedosi per consegnargli una lettera per richiedere la possibilità di valutare il conferimento della Medaglia d’oro al valor Civile al comune di Leonessa e a don Concezio Chiaretti, in occasione dell’ottantesimo anniversario della strage di Leonessa, avvenuta tra il 2 e il 9 aprile 1944. In quei terribili giorni, furono centocinquanta le persone prelevate dalla zona dalle forze di occupazione nazifasciste, un centinaio dalla città di Leonessa, altre dalle vicine frazioni: cinquantuno furono quelle sottoposte ad una cinica ed atroce fucilazione.” Lo dichiara in una nota il Questore della Camera, deputato reatino di Fratelli d’Italia e coordinatore del partito nel Lazio, Paolo Trancassini.

“Tra queste vittime inermi – spiega l’ex sindaco di Leonessa – vi fu anche il parroco, don Concezio Chiaretti, cappellano militare e vice direttore del Seminario vescovile della città di Rieti. Nonostante il già avvenuto conferimento alla città della Medaglia d’Argento al Valor Civile con decreto del Presidente della Repubblica dell’8 luglio 1959, mi ritrovo nuovamente a sottolineare il profondo significato democratico e patriottico che questi eventi hanno avuto per la comunità di Leonessa, oltre all’importante tributo pagato in termini di vite umane. Ricordare il sacrificio dei nostri cittadini rafforza non solo la nostra identità ma anche la battaglia culturale contro ogni germe di intolleranza e di violenza.

Voglio ringraziare il ministro Piantedosi per l’attenzione e la sensibilità che ha dimostrato, condividendo fermamente le motivazioni espresse. Gli uffici del ministro sono già al lavoro per espletare tutte le procedure per questo importante conferimento che la città e la comunità di Leonessa sarebbero onorate di ricevere, ottenendo così il giusto riconoscimento del sacrificio e del coraggio delle nostre vittime” conclude Trancassini.