Imprese dell’alto Lazio, tasso di crescita leggermente superiore alla media nazionale. L’analisi di Movimprese
Nonostante le sfide economiche persistenti, riprende un po’ di vigore la voglia di fare impresa nell’Alto Lazio nel secondo trimestre 2024, con un tasso di crescita lievemente superiore alla media nazionale. Secondo l’analisi trimestrale Movimprese condotta da Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio e disponibile all’indirizzo www.infocamere.it/movimprese, tra aprile e giugno 2024 il saldo positivo tra aperture e chiusure di imprese in Italia vede un incremento di 29.489 nuove attività, con un risultato superiore a quello dello stesso periodo dell’anno. Nel Reatino si registrano 247 iscrizioni e 132 cancellazioni non d’ufficio, con un saldo positivo quindi di 115 nuove unità (tasso di crescita trimestrale di 0,79%), mentre nel Viterbese si rilevano nello stesso periodo 553 iscrizioni a fronte di 344 cancellazioni, con un saldo positivo di 209 imprese (tasso di crescita trimestrale di 0,57%).
A livello nazionale, uno degli elementi chiave di questa crescita è stato l’aumento delle iscrizioni, che hanno toccato quota 81.456, registrando una ripresa di 2.179 unità rispetto allo stesso trimestre del 2023. Sul fronte opposto le cessazioni hanno raggiunto le 51.967 unità, segnando un incremento rispetto alla media storica e il quinto aumento consecutivo in cinque anni.
Allargando nell’Alto Lazio l’analisi dal trimestre appena concluso all’intero primo semestre 2024 al fine di poter avere un orizzonte più significativo, si nota una ripresa dell’agricoltura in tutto l’Alto Lazio. Crescono in entrambe le province le attività professionali, scientifiche e tecniche e di noleggio, agenzie di viaggio e supporto alle imprese, mentre continuano a soffrire commercio e attività manifatturiere. Tengono le costruzioni nel Viterbese, ma si registra un crollo nella provincia di Rieti, mentre nel settore alloggio e ristorazione si registra un dato negativo in entrambi i territori, in controtendenza con l’aumento dei flussi turistici. In calo in entrambe le province il settore dei servizi di informazione e comunicazione e quello del trasporto e magazzinaggio.