Atto Aziendale Asl Rieti. Dopo la Uil tocca al Pd: “Così come configurato presenta numerose criticità”

Il Partito Democratico esprime preoccupazione per la modalità con cui l’atto aziendale della ASL Rieti è stato assunto, senza una adeguata condivisione con i Direttori di struttura e solo in maniera sfumata con i direttori di Dipartimento, molte istanze dei quali non sono state accolte.  

“L’atto aziendale, così come configurato, presenta numerose criticità.

In primo luogo, sembra ispirato ad una logica di semplificazione attraverso la riduzione del numero dei dipartimenti, che si traduce in una diminuzione dei direttori di dipartimento e dei partecipanti al collegio di direzione, minando la collegialità delle decisioni strategiche e il principio di condivisione. 

In secondo luogo, l’aumento delle UOC/UOSD e la clinicizzazione di molteplici unità operative avviene senza una chiara linea strategica, provocando un aumento ingiustificato della spesa pubblica e rischiando di creare disordine assistenziale.

In particolare, la logica del Dipartimento DEA e percorso chirurgico risulta incomprensibile, con specialità dedicate prevalentemente all’attività elettiva, come le chirurgie, mescolate con specialità dedicate all’urgenza, come il Pronto Soccorso, Anestesia e Rianimazione, e Cardiologia. Inoltre, molte specialità accorpate non hanno attinenza tra di loro, come Chirurgia oncologica, Ostetricia, Oculistica, Neurologia, e Cardiologia. La sola necessità del servizio di preospedalizzazione chirurgica non giustifica tale accorpamento.

Non si comprende, inoltre, il motivo per cui il Pronto Soccorso, già dotato di tre UOS, dovrebbe avere una ulteriore UOSD dedicata a Pronto Soccorso e OBI, nonostante il suo basso numero di accessi annui.

Preoccupa anche l’ipotesi di staccare l’emodinamica dalla Cardiologia, reparto che è il fiore all’occhiello dell’ospedale e molto apprezzato dalla popolazione. Questa decisione, contraria a quanto sancito dal DM70/2015, rischia di creare disordine assistenziale, essere economicamente svantaggiosa, provocare conflittualità inutili e non tutelare la salute dei cittadini.

Infine, si nutrono dubbi sul possibile depotenziamento del sistema dell’offerta territoriale, attraverso la creazione di strutture e presidi territoriali mirati principalmente al rafforzamento dell’assistenza domiciliare (ADI e ADP) e delle nuove Centrali Operative Territoriali (COT), strumenti cruciali per rendere il Servizio Sanitario più vicino e accessibile alla popolazione, specialmente considerando la particolare conformazione orografica della Provincia.

In conclusione, molteplici aspetti dell’atto aziendale non sembrano ispirati a criteri di efficacia, efficienza ed economicità. Non vorremmo fossero motivati da ragioni diverse e ne chiediamo pertanto la revisione e la condivisione con i principali attori.”