Carcere di Rieti. Ennesimo atto di violenza con rissa tra detenuti. Feriti anche due agenti
Ancora una situazione di pericolo quella che si è vissuta nella Casa Circondariale di Rieti, da settimane al centro delle cronache per i gravi episodi di violenza che accadono tra le sbarre. Due detenuti se le sono date di santa ragione al secondo piano del Reparto G nei pressi della locale infermeria. Non si conoscono le ragioni di tanta ira tra i detenuti, fatto sta che solo il provvidenziale intervento della Polizia Penitenziaria accorsa per dividere i litiganti ha evitato il peggio. Una situazione grave ed allarmante se si pensa che a seguito della rissa spostatasi fin dentro al Corpo di Guardia degli Agenti erano usciti gran parte di tutti gli altri detenuti sul secondo Piano G, circa un centinaio di persone. I due agenti intervenuti hanno ricevuto colpi alla testa e alla schiena, dovendo ricorrere alle cure mediche.
Su quanto è avvenuto nelle ultime ore riferisce Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria:
“Una situazione esplosiva nella Circondariale reatina – prosegue Somma – la denuncia del SAPPE è l’urgente necessità di trovare soluzioni concrete a questa spirale di violenza: la Casa Circondariale di Rieti è una polveriera con più di 450 ristretti, una gestione assente dei vertici, la Polizia Penitenziaria con le mani legate e priva di ogni strumento atto alla difesa. Per questo, il primo Sindacato del Corpo, il SAPPE, torna a chiedere una ispezione ministeriale per comprendere se vengono considerati tutti gli elementi per la sicurezza degli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria”.
“Ormai quello che quotidianamente accade negli Istituti del Distretto penitenziario laziale non fa più notizia – denuncia Somma – le aggressioni che avvengono pressoché quotidianamente ai danni del personale di Polizia che presta servizio nelle varie carceri sono il simbolo di una gestione fallimentare dell’Amministrazione Penitenziaria. Il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria annuncia che saranno messe in atto concrete forme di protesta fin quando l’Amministrazione non fornirà i mezzi e le soluzioni affinché il problema venga risolto”.
“Il sindacalista, che esprime solidarietà al personale del Reparto di Polizia del carcere di Rieti, ribadisce ancora una volta che il SAPPE denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri del Lazio ma il dato oggettivo è che chi dovrebbe intervenire e tutelare continua a tacere ed a restare inerme. Mai udito un silenzio così assordante da parte di questa Amministrazione Penitenziaria”.
“La situazione penitenziaria è sempre più critica, commenta il Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece, che ribadisce: “Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”.
“Nelle carceri della Nazione e del distretto laziale in particolare serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci – prosegue il leader del SAPPE, che fa appello al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, per un incontro urgente – per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”. Così nella nota il SAPPE