Giornata Mondiale della Gioventù 2023. Il racconto dei giovani della Diocesi di Rieti
Tra il milione e mezzo di ragazzi riuniti a Lisbona per la Giornata Mondiale della Gioventù 2023, c’erano anche i giovani della nostra diocesi.
Partito lo scorso 2 agosto verso Civitavecchia, per poi raggiungere via mare Spagna e Portogallo, il gruppo reatino era composto da circa trenta ragazzi, accompagnati dal vescovo Vito, dai diaconi Vincenzo e Maurizio, e poi suor Érica Silvia Maia, delle Carmelitane Messaggere dello Spirito Santo della comunità di Antrodoco, suor Pascaline Kavira, delle Oranti dell’Assunzione che operano a Cittaducale, e suor Manuela Nocco, delle Adoratrici del Sangue di Cristo. Hanno raggiunto Lisbona per la GMG anche 35 ragazzi delle comunità neocatecumenali delle parrocchie reatine di Sant’Agostino e San Francesco Nuovo, accompagnati da due coppie e due sacerdoti.
Per i ragazzi un’esperienza indimenticabile, vissuta in sinergia con i coetanei provenienti da tutto il mondo e con papa Francesco. Tra loro, Elisa Roselli di Cittaducale, 26 anni, e Francesco Capaldi, 15 anni, di Rieti: disfatte le valigie e dopo un po’ di riposo per le faticose giornate vissute tra caldo e spostamenti, ci raccontano in prima persona emozioni ed impressioni su un viaggio che ricorderanno per tutta la vita.
Elisa
Per me è stata la seconda Giornata Mondiale della Gioventù, avevo partecipato anche a quella di Cracovia, nel 2016 sempre con papa Francesco. I miei genitori non solo sono stati contenti della mia decisione di partecipare alla GMG, ma anzi hanno contribuito a convincermi a partire. All’inizio ero un po’ indecisa perché, anche se avevo già vissuto l’esperienza di Cracovia con grande gioia e aricchimento, rimanevo timorosa. Non conoscevo nessuno degli altri pellegrini del nostro gruppo, mi ponevo domande molto pratiche, ad esempio sull’incertezza degli alloggi o in quella di trovare servizi igienici idonei. Ma poi sono partita, ed ho portato con me con il desiderio di fare nuove amicizie, incontrare Gesù nel prossimo e vivere quest’esperienza con serenità: e ora posso affermarlo, le mie aspettative si sono realizzate a pieno!
La cosa più bella di questa GMG è stata vivere la fraternità nel gruppo diocesano: mi sono sentita parte di una famiglia, mangiavamo tutti insieme ed iniziavamo ogni pasto con un canto o una preghiera di ringraziamento a Dio. La cosa più soddisfacente è stata invece quella dell’aiuto reciproco che ci siamo dati.
Ci sono stati diversi momenti in cui ho sentito la fatica dello zaino in spalla durante il viaggio ma la gioia dello stare insieme e di condividere lo stesso pellegrinaggio con moltissimi giovani provenienti da tutto il mondo mi faceva dimenticare che stavo faticando, ed è per questo che ogni momento è stato bellissimo. Tante le emozioni che porterò nel cuore, come la fiaccolata a Fatima, dove eravamo presenti con tutti i giovani della regione Lazio e c’erano anche tantissimi altri giovani italiani e di altre nazionalità.
E poi il sabato pomeriggio, quando ho fatto un giro nella spianata dove si respirava un’aria particolare: eravamo davvero tantissimi e tutti pieni di gioia in attesa di incontrare ed ascoltare papa Francesco. Di questa esperienza mi rimarranno le amicizie, le frasi del Papa (in particolare “non temere” e “la gioia è missionaria”) e la voglia di impegnarmi a proseguire nella preghiera quotidiana.
Francesco
Per me è stata un’esperienza completamente nuova. Inizialmente non pensavo di andare, per paura del nuovo e dell’ignoto. Ma poi mi sono fatto coraggio e quella paura che avevo, sin dagli incontri di preparazione, piano piano si è assottigliata grazie ad un gruppo che già era coeso e costituito, ancor prima della GMG.
Il giorno della partenza la paura ha lasciato subito il passo alla curiosità, la voglia di scoprire quello che sarebbe venuto dopo stava predominando sulla certezza del mio comfort quotidiano. La settimana che è seguita ha soddisfatto ogni dubbio ed ha toccato altri sentimenti ed emozioni. L’intensità degli eventi e dei ritmi mi hanno travolto: i frequenti momenti di preghiera, uniti ai tempi di riflessione personale e di gruppo, insieme alla fatica per gli spostamenti e alla stanchezza di dormire in pullman e in stanze comuni mi hanno tracciato un solco che solo in futuro potrò capire. Il fatto di dormire tutti in una stanza non aiutava molto il sonno anche se, alcune notti, la stanchezza era così tanta che crollavi profondamente. Tutto questo, però, era accompagnato da un gruppo legato e solido, pronto ad aiutare chi era in difficoltà: a volte sentivo la fatica di quelle camminate che sembravano infinite, eppure c’era sempre qualcuno al mio fianco che mi soccorreva con piccoli gesti, come portarmi lo zaino, che mi hanno aiutato ad arrivare a destinazione più leggero.
L’incontro col Papa è stato ricco di emozioni: incontrare e socializzare con tutti quei ragazzi, che venivano da Paesi lontani, ma che ti trattavano come un amico anche se non ti conoscevano, ha reso quel momento piacevole. Vedere centinaia di persone venute per lo stesso motivo ha scatenato in me emozioni straordinarie, come fossimo legati tutti da un filo comune. Le parole che il Papa ha detto sono state molto forti, mi hanno colpito nel profondo. Concetti come “una Chiesa che accoglie tutti”, “nessuno è inutile o superfluo”, mi hanno fatto capire la differenza tra la società e la religione, perché sicuramente in una società non solidificata se sei inutile o superfluo verrai messo da parte, mentre nella Chiesa c’è un posto per tutti.
Il ritorno è stato un momento di riflessione per ciascuno. Riflessione su cosa ci portiamo dietro da questa esperienza: io, ad esempio, una maturità maggiore, ma anche la consapevolezza che solo questa GMG mi ha aiutato a capire che non sempre quando sei in un tunnel, e devi arrivare a quella luce che sembra un puntino per l’infinita distanza, devi farlo da solo. Sarai sempre in compagnia di persone che appena cadi ti rialzano e ti aiutano dandoti un po’ delle loro forze, necessarie ad arrivare alla meta.
(fonte Frontiera)